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I primi custodi della memoria: mostra in Rettorato prorogata fino al 26 aprile

L'esposizione è il primo passo verso la realizzazione del futuro Museo dell’Evoluzione umana
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I primi custodi della memoria

È stata prorogata fino al 26 aprile la mostra I primi custodi della memoria. Le sepolture nel Paleolitico, allestita presso la sala Principe d’Acaia del Palazzo del Rettorato (via Verdi 8, Torino): un’affascinante esplorazione del rapporto tra l’uomo e la morte, dalle prime sepolture dell’Uomo di Neanderthal fino all’alba dell’agricoltura.

La mostra, presentata dall’Università di Torino, con il Sistema Museale di Ateneo e Unita in collaborazione con UniVerso e curata da Giacomo Giacobini, Cristina Cilli e Giancarla Malerba, accompagna il visitatore in un percorso che attraversa millenni analizzando i riti funerari, le evoluzioni sociali e le prime manifestazioni artistiche legate al culto dei morti attraverso una serie di calchi di sepolture preistoriche. 

Le pratiche funerarie ci offrono infatti l’opportunità per indagare gli elementi più profondi del pensiero umano dato che i riti della morte non corrispondono a necessità materiali ma a preoccupazioni di natura differente, che riguardano il destino di un individuo - o del suo cadavere - dopo la morte. Proprio per questo, essi rappresentano una tappa importante della storia sociale dell’umanità e forniscono elementi per conoscere la storia del defunto e del suo gruppo di appartenenza. 

Grazie alle sepolture paleolitiche - che hanno protetto i resti umani dalla distruzione da parte di agenti esterni – sono arrivati fino a noi scheletri completi o quasi di cui i calchi restituiscono lo stato nel momento stesso della scoperta. Un calco realizzato durante lo scavo non è infatti una semplice copia ma riproduce un contesto di rinvenimento che non esiste più e che, anche per questo, diventa testimonianza di straordinaria importanza. 

La collezione torinese di calchi di sepolture preistoriche - in parte realizzati a Torino e in parte ottenuti da altri laboratori - è la più importante a livello internazionale. Questa esposizione è anche il primo passo verso la realizzazione di un Museo dell’Evoluzione umana che avrà sede nel Palazzo degli Istituti Anatomici.

Tra i calchi esposti:

  • La sepoltura della Dama del Caviglione, rinvenuta ai Balzi Rossi, famosa per i suoi ornamenti funerari in ocra e conchiglie.
  • La sepoltura del Giovane Principe, scoperta nella Caverna delle Arene Candide, che con il suo ricco corredo rappresenta uno dei più straordinari esempi di sepolture paleolitiche europee.
  • La sepoltura doppia del Riparo del Romito, un toccante esempio di cura e inclusione, con un individuo affetto da nanismo protetto dalla comunità.