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La strada delle donne è ancora in salita

Una passeggiata toponomastica a Torino, tra vie, piazze e giardini dedicati alle donne, per capire come lo squilibrio di genere si rifletta anche nei nomi degli spazi pubblici delle nostre città
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Graffiti rappresentante il volto di una donna
Parco Dora, Torino

Bella Markman Hutter arrivò a Torino da Kiev, dove era nata nel 1899. In città, dopo essere entrata in contatto con l’imprenditore, mecenate e produttore cinematografico Riccardo Gualino, nel 1923 fondò la scuola di danza che successivamente prese il suo nome, diventando nel tempo un’istituzione della vita culturale torinese. 

Teresa Ferrero, nacque invece nel 1898 a Torino e dopo alcuni anni come operaia alla Manifattura Tabacchi di Torino, divenne, con il nome di Isa Bluette, una pioniera dell'avanspettacolo. Dopo essersi esibita inizialmente nei caffè-concerto come “chanteuse”, importò da Parigi  la passerella scenica e nella scuola teatrale da lei fondata debuttarono artisti come Erminio Macario e contribuì alla notorietà di Totò.

A queste due donne sono dedicate le più recenti intitolazioni toponomastiche femminili deliberate dal Comune di Torino nel febbraio 2025.

Con questo omaggio, il numero di vie, piazze e aree verdi della città dedicate a protagoniste femminili della società sale a 128. Un dato ancora esiguo se si considera che la città conta 2.535 sedimi stradali, di cui 1.266 intitolati a uomini e 1.175 riferiti ad altre categorie (località, eventi storici, date o elementi naturali). 
L'incremento rispetto a pochi anni fa, tuttavia, è sensibile.

Pie chart toponomastica torino

Nel 2021, su un totale di 2.235 tra vie, piazze e aree verdi di Torino, solo 65 erano intitolate a donne, a fronte delle 1.054 dedicate a figure maschili. Un divario che diviene ancora più significativo se si guarda alla tipologia delle intitolazioni: oltre la metà di queste, infatti, ha radici nella tradizione cristiana: 12 sono i sedimi che celebrano la Madonna (come via Maria Ausiliatrice, via Santa Maria, vicolo della Consolata, piazza Gran Madre di Dio) e 11 quelli dedicati a sante, suore o benefattrici religiose (piazza Santa Teresa, via Santa Giulia, via Santa Chiara).

Nella città dei Savoia non potevano mancare gli omaggi alle donne della famiglia reale, con 13 intitolazioni, concentrate soprattutto nei quartieri più centrali della città: da piazza Madama Cristina a via Maria Vittoria, passando per via Duchessa Iolanda e fino a corso Regina Margherita.

Una decina le letterate, quasi tutte vissute tra Ottocento e Novecento, con in testa Grazia Deledda, prima e unica italiana a vincere il Premio Nobel per la Letteratura. Qualche via è dedicata a patriote e protagoniste del Risorgimento, come Giuditta Sidoli, Cristina di Belgioioso e Teresa Confalonieri.

Tra le poche figure politiche del XX secolo la città ricorda la partigiana Ada Prospero Gobetti, prima donna a ricoprire l’incarico di vicesindaca in città appena dopo la Liberazione e Adelaide Aglietta, parlamentare torinese in prima linea nella campagna referendaria a difesa della legge sul divorzio e nella lotta per la legalizzazione dell’aborto.
A parte qualche eccezione, fino a qualche anno fa il quadro era però fortemente sbilanciato, con intere categorie escluse dalla toponomastica cittadina: nessuna via, ad esempio, era dedicata alle donne di scienza.

Per colmare il gap, una modifica al regolamento comunale
Con l’obiettivo di sopperire a questo squilibrio la Città di Torino nel 2021  ha introdotto una modifica al Regolamento toponomastica e numerazione civica che ora, all’art. 3 prevede che “Particolare attenzione verrà posta alle intitolazioni femminili, con lo scopo di colmare il gap di genere esistente nella toponomastica cittadina. Nell'ottica di ottenere un riequilibrio di genere, in conformità con il principio di eguaglianza sostanziale sancito dall'articolo 3 della Costituzione, a ogni gruppo di intitolazioni maschili dovrà corrispondere un gruppo di intitolazioni femminili superiore di almeno un'unità, riducendo gradualmente il divario.”
Purtroppo, considerando l’elevato grado di urbanizzazione della città, è difficile immaginare che il gap possa essere colmato in fretta: non nascono quotidianamente nuove strade e allo stesso modo non è una soluzione attuabile quella di cambiare la denominazione di vie esistenti, anche semplicemente per tutti i disagi dal punto di vista burocratico che questa operazione potrebbe generare per i residenti.
In una città già fortemente sviluppata e abitata, la soluzione è quindi quella di intervenire sugli spazi oggetto di rigenerazione, riqualificazione e sui nuovi interventi che, per la maggior parte, sono piste ciclabili, aree verdi, piazzette, giardini, aree gioco.

Le donne si devono quindi far spazio, ad esempio, sui passaggi centrali dei viali, come Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la medicina e senatrice a vita, a cui verrà intitolato il passaggio centrale di corso Galileo Ferraris che arriva fino all'incrocio con corso Vittorio Emanuele II, o come Nilde Iotti, prima donna Presidente della Camera, a cui sarà dedicato il passaggio centrale di corso Marconi, di recente pedonalizzazione. 

La percentuale resta evidentemente ancora molto bassa e rispecchia la secolare assenza delle donne dalla storia della società, ma analizzando lo stradario del Comune di Torino possiamo vedere i primi segnali di cambiamento.

Bubble chart toponomastica femminile

Scienziate
Se fino al 2021 nessuna via, piazza, strada o giardino della città era intitolato a donne che si sono distinte nel mondo delle scienze, ora il numero è salito a 9.
Una via è dedicata a Virginia Angela Borrino, piemontese, prima donna docente di pediatria e direttrice di una clinica universitaria.
Un giardino è probabilmente lo spazio nel quale avrebbe voluto essere ricordata Eva Mameli Calvino, prima donna a conseguire una docenza universitaria in botanica. Spazi verdi anche per le astronome Luisa Virgilio e Margherita Hack, oltre che per Maria Bongioannini, pioniera tra le ingegnere.
Sul fronte della medicina, Torino ricorda con un giardino Maria Skłodowska Curie, prima donna ad essere insignita del premio Nobel, Maria Velleda Farnè, prima laurea al femminile conferita dall’Ateneo toriense, e Gioia Montanari, ginecologa ​​che ebbe un ruolo chiave nella fondazione alle fine degli anni ‘70 dei Consultori familiari torinesi, in prima linea nella lotta per i diritti all’aborto e al divorzio. 

Sportive
Tra le atlete che sono riuscite a raggiungere il traguardo di un'intitolazione comunale, ci sono due cicliste: Alfonsina Strada, prima a competere in gare maschili, compreso il Giro d’Italia, e Maria Milano, prima campionessa d’Italia a inizio 900, a cui è stata dedicata - e non poteva che essere così - una pista ciclabile. Seguono le torinesi Ernestina Prola, automobilista e prima italiana a conseguire la licenza per la conduzione di veicoli, Edera CordialeAmelia Piccinini, atlete olimpiche ai Giochi di Londra 1948, rispettivamente nel getto del peso e nel lancio del disco. 

Testimoni, vittime e protagoniste della Storia
Negli ultimi anni nella toponomastica cittadina hanno iniziato a trovare spazio le protagoniste, a volte purtroppo perchè vittime, di eventi significativi della Storia italiana e mondiale: Teresita Teglio, vittima delle persecuzioni razziali, Giuliana Tedeschi sopravvissuta all’Olocausto, Felicia Bartolotta Impastato, madre di Peppino e simbolo della lotta contro la mafia, Emanuela Loi agente di Polizia uccisa nell’attentato a Paolo Borsellino, Francesca Laura Morvillo magistrata morta insieme al marito nella strage di Capaci, ma anche le sorelle Mirabal, che si opposero, perdendo la vita, al dittatore dominicano Trujillo.
È aumentato anche il numero degli omaggi toponomastici a partigiane e antifasciste: tra loro Teresa  Mattei, Rita Montagnana e Teresa Noce, tre tra le ventuno donne che parteciparono nel 1946 all’assemblea costituente. A loro si deve l’individuazione della mimosa - pianta “povera” e diffusa nelle campagne - come fiore simbolo in Italia dell’8 Marzo, Giornata che celebra i diritti delle donne. 


Spazi pubblici e memoria collettiva
Nonostante siano già state deliberate, di fatto alcune di queste intitolazioni sono ancora in attesa di trovare concreta applicazione, come spiega Lorettta Junck, componente con funzioni consultive della Commissione Toponomastica e referente per il Piemonte di Toponomastica femminile, Associazione che si occupa di restituire voce e visibilità alle donne che hanno contribuito, in tutti i campi, a migliorare la società.

Della commissione toponomastica fanno parte, come membri consultivi, anche il Rettore o la Rettrice dei due Atenei torinesi — Università e Politecnico —, una componente della Società italiana delle storiche, una componente della Società italiana delle letterate e una componente del CIRSDe - Centro Interdisciplinare di Ricerche e Studi delle Donne e di Genere dell'Università di Torino.

A loro il compito di continuare a sollecitare le istituzioni affinché strade, piazze, giardini e spazi urbani siano dedicati a donne, per colmare un divario che, evidentemente, non rappresenta solo una questione numerica, ma anche simbolica, in quanto i nomi delle vie delle nostre città costituiscono la memoria collettiva e riflettono i modelli culturali di una società.

Nella mappa che segue, disponibile sulla piattaforma FirstLife sviluppata dal Dipartimento di Informatica dell’Università degli Studi di Torino, è possibile visualizzare la localizzazione di strade, piazze, giardini e spazi urbani del Comune di Torino intitolati alle donne.

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