Papiri di Ercolano ai raggi X, così gli studiosi di UniTo ricostruiscono il pensiero di Crisippo
Crisippo di Soli, stoico del III secolo a.C., è una figura chiave nello sviluppo della logica, della fisica e dell’etica nella nostra tradizione filosofica. Al Dipartimento di Studi Storici dell’Università degli Studi di Torino ha preso il via un ambizioso progetto per la ricostruzione sistematica del suo pensiero. L’iniziativa, sostenuta dalla Commissione Europea attraverso l’ERC-Consolidator Grant APATHES, promuoverà una collaborazione internazionale e interdisciplinare tra studiosi e istituzioni di prestigio. Christian Vassallo, ordinario di Papirologia a Torino e coordinatore del gruppo di lavoro, ci racconta meglio il progetto.
Da chi è composta la task force e quali problemi dovrà affrontare?
Si tratta di una task force che, oltre a ricercatrici e ricercatori del nostro dipartimento, vedrà la collaborazione dell’Universität Wien (Prof. George Karamanolis), la Transylvania University, Kentucky, USA (Prof. David Kaufman) e l’Université Laval, Québec, Canada (Prof. Bernard Collette). Il gruppo di lavoro si avvarrà delle più avanzate tecniche di decifrazione degli antichi manoscritti per la realizzazione della prima edizione moderna del trattato crisippeo Sulla provvidenza, in almeno cinque libri, di cui i primi due sono trasmessi da due papiri di Ercolano: il libro I dal PHerc. 1421 e il libro II dal PHerc. 1038. Il team affronterà nei prossimi anni, insieme ai complessi problemi papirologici di questi due rotoli, anche quelli, non meno difficili, prettamente ermeneutici e filosofici. Gli Stoici, a differenza degli Epicurei, pensavano che il mondo non fosse affidato al caso e che tutto nell’universo avesse una sua giustificazione. Bene e male, teodicea, destino e libertà sono alcuni dei temi che verranno discussi e che rendono questo progetto di papirologia e di filosofia antica affascinante ed estremamente attuale.
Quali sono le più avanzate tecniche di decifrazione dei manoscritti che utilizzerete?
Tutti i pezzi dei due rotoli di cui ci occuperemo saranno soggetti ad esperimenti di macro-fluorescenza a raggi X a scansione, lo stesso metodo che abbiamo usato alcuni mesi fa per alcuni papiri copti ancora inediti da me ritrovati nel Fondo Peyron della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino. Non posso non ringraziare, a questo proposito, il collega Giuseppe Dardanello e il Dr. Paolo Giagheddu, per aver messo a mia disposizione gli strumenti del Laboratorio di Digital Imaging del nostro dipartimento di eccellenza. Lo stesso stiamo facendo, in collaborazione con l’Universität Trier, per un papiro berlinese di nostro interesse. Tali esperimenti consentono di realizzare immagini molto più avanzate di quelle finora in uso. Inoltre, poiché i papiri ercolanesi oggetto di studio sono a stratigrafia complessa, Torino e le altre istituzioni internazionali coinvolte nella task force contribuiranno a finanziare alcune ricerche in corso per facilitare l’individuazione dei cosiddetti ‘sovrapposti’ e ‘sottoposti’ presenti nelle varie cornici dei due papiri. Stiamo parlando di strati non appartenenti a quello originario, rimasti attaccati prima o dopo rispetto alla loro posizione originaria per via del farraginoso, ma geniale sistema di svolgimento dei rotoli carbonizzati realizzato da una macchina inventata intorno al 1754 dal benemerito Padre Antonio Piaggio. Si tratta di una peculiarità e di una sfida ulteriore messa in campo dalla papirologia ercolanese (praticamente assente nei pezzi greco-egizi), la quale ha messo a dura prova tutti coloro — papirologi, filologi classici e storici della filosofia antica — che hanno lavorato o lavorano tuttora alla ricostruzione di questo tipo di testi. Per quanto riguarda gli aspetti bibliologici, per la prima volta a questi due papiri saranno applicate le metodologie bibliometriche e matematiche più moderne per ricostruire la lunghezza originaria dei rotoli e la sequenza effettiva dei pezzi superstiti, in modo da comprendere nella maniera più fedele possibile l’ordine logico degli argomenti filosofici che contengono.
Ci sono anticipazioni riguardo alle novità che questo lavoro potrà portare al pensiero stoico?
Come ho detto, il trattato di Crisippo Sulla provvidenza era in almeno cinque libri. Tutte le testimonianze che abbiamo sono indirette. PHerc. 1421 (libro I) e PHerc. 1038 (libro II) sono gli unici manoscritti esistenti dell’opera originale, che altrimenti non ci sarebbe giunta tramite la tradizione manoscritta medievale. Questo fenomeno è di grande interesse e riguarda in realtà tutti i testi superstiti della Biblioteca ercolanese, la quale — occorre sottolinearlo — è l’unica biblioteca privata dell’antichità ad essere giunta, sebbene frammentariamente, fino a noi. Hans von Arnim, l’editore degli Stoicorum Veterum Fragmenta, non aveva gli strumenti per servirsi dei due papiri crisippei in questione. La sua edizione di Crisippo uscì nel 1903, quando di fatto non era disponibile un’edizione critica affidabile dei testi di cui stiamo parlando. Quello che si può evincere dai nostri papiri, senza usare le tecnologie sopra descritte, è già abbastanza per arricchire e completare in maniera decisiva e sorprendente le testimonianze indirette già note sui libri I e II del trattato, in particolare, solo per fare un esempio, per meglio comprendere i rapporti tra fato e necessità, cause e concause nel pensiero crisippeo.
Come siete arrivati a studiare questi papiri?
Lo studio dei PHerc. 1038 e 1421 era in programma, nell’ambito del New von Arnim Project, da molto tempo. All’interno dell’ERC APATHES, che dirigo a Torino, ho quasi ultimato l’edizione critica di un altro testo crisippeo: le Ricerche logiche, trasmesse dal PHerc. 307. Sul piano papirologico il lavoro è estremamente impegnativo, ma non lo è meno quello ermeneutico e storico-filosofico, come si può immaginare. Per questo collabora con me un giovane storico della filosofia antica, il Dr. Fabian Ruge, specializzato in logica stoica. Ma per tornare ai papiri del trattato Sulla provvidenza, tanto il lavoro editoriale quanto il commento filosofico sarà necessariamente il frutto della cooperazione scientifica tra Torino e le colleghe e i colleghi che già ci stanno aiutando nelle edizioni dei primi Stoici, a partire da Zenone di Cizio, il fondatore della scuola. In particolare, per Crisippo e il suo trattato Sulla provvidenza, potremo contare sui colleghi austriaci, statunitensi e canadesi prima menzionati. Mi piace ricordare che il Prof. Collette è anche l’autore di una delle più recenti monografie sul concetto stoico di provvidenza (pronoia). Questa sinergia porterà inevitabilmente a nuove rivoluzionarie scoperte e soprattutto alla più completa e innovativa edizione dei frammenti di Crisippo mai realizzata.