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Un anno da ascoltare, i dischi del 2024

Tra atmosfere cosmiche e chitarre ruvide, introspezione e politica, minimalismo e improvvisazione: 360 giorni di musica sintetizzati in otto album che oltrepassano gli steccati dei generi
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  • Arte
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Appuntarsi i dischi dell’anno è una tradizione che va oltre all’iconico Alta fedeltà di Nick Hornby. Significa trovare un senso degli ascolti, una geografia che non è solo musicale, essendo la musica un’arte così sociale da impregnarsi del momento storico che attraversa. Qui, di seguito, i nostri otto album più significativi dell’anno.  

 

AROOJ AFTAB - Night Reign 
Disco che consacra definitivamente l’artista pakistana di nascita e newyorkese di adozione come una delle voci più originali e potenti della scena musicale contemporanea. Night Reign, pur rappresentando una sorta di evoluzione jazzistica di Vulture Prince, non abbandona le melodie qawwali, la musica sacra dei sufi Cishtiyya, e la poesia Urdu. Un viaggio musicale che trascende confini, culture e generi, che mescola introspezione, politica e nostalgia offrendo un'esperienza contemplativa e coinvolgente.

CLAIRO - Charm
Terzo album della cantautrice statunitense Clairo che combina sapientemente folk, dream pop, soul e jazz con arrangiamenti che alternano momenti di minimalismo a stratificazioni sonore complesse. Un’opera che approfondisce i temi della crescita personale, dell’identità e della fragilità attraverso un linguaggio musicale universale e ricco di sfumature, in cui l’equilibrio tra semplicità e complessità sonora è impeccabile.

IBELISSE GUARDIA FERRAGUTTI E FRANK ROSALY - MESTIZX
Disco di debutto della cantante e performer boliviana Ibelisse Guardia Ferragutti e del batterista jazz Frank Rosaly. In uno spettro di suoni vasto, vibrante e onnicomprensivo attraverso i musicisti compongono lucidamente stralci autobiografici e dichiarazioni sugli effetti del colonialismo su geografia, storia e identità. MESTIZX fa collidere i ritmi dell’America pre e post-coloniale con suoni avant jazz, art punk, post rock, elettronica e folk.

FONTAINES D.C. – Romance 
Tra i ritmi sincopati di Starbuster – brano ispirato a un attacco di panico vissuto dal frontman alla stazione St. Pancras di Londra – Grian Chatten riprende fiato da una corsa che ha portato i suoi Fontaines D.C., già next big thing, a diventare una certezza della scena musicale internazionale. In Romance, gli irlandesi hanno limato gli spigoli post-punk senza perderne la matrice dark, per quanto ora più romantica, avvicinandosi a un suono che ha acquisito un’identità unica, la loro. 

MOIN - You Never End 
C’è chi considera il 1991 un anno di passaggio nella storia del rock, inteso in senso lato. Molto lato. Oltre a Screamadelica e a Nevermind uscì Spiderland degli Slint, giovane e misconosciuta band di Louisville che ha definito i confini di quello che il critico Simon Reynolds chiamò post-rock. I Moin (i londinesi Raime più Valentina Magaletti), giunti con You Never End al terzo capitolo della loro ruvida storia, attingono da quel groove senza cenni di nostalgia e lo reinterpretano in una chiave inedita, aggiungendo questa volta una dimensione più emotiva, grazie all’inserimento di spoken-word e profondità vocali.  

JEFF PARKER - The Way Out of Easy
Perdersi nelle composizioni di Jeff Parker significa affidarsi a un’esplorazione sonora fluttuante e imprevedibile. Il chitarrista jazz, già Tortoise, insieme al suo ETA IVtet, ha registrato lo scorso luglio, in una serata allo Zebulon di Los Angeles, quattro lunghe tracce confluite in The Way Out of Easy, uscito per l’etichetta di culto International Anthem. Un percorso ipnotico e poliritmico, che si nutre di Coltrane e Miles Davis, dialoga con i Necks e il minimalismo di Steve Reich e quando termina dà all’ascoltatore la sensazione di aver vissuto diversi stati d’animo. E, soprattutto, di aver fatto un viaggio indimenticabile. 

THE SMILE – Cutouts
Gli Smile sono Thom Yorke e Jonny Greenwood dei Radiohead e Tom Skinner dei Sons of Kemet. Quest’anno hanno pubblicato Wall of Eyes a gennaio e Cutouts a ottobre. Quest’ultimo è tutto fuorché un disco di b-side del precedente. In bilico tra melodia e sperimentazione, riprende maggiormente la forma canzone inserendola in un’atmosfera lisergica che si incolla addosso col giusto grado di malinconia targato Radiohead. “We overflow in a hurricane”, canta Thom Yorke in Instant Psmal

NALA SINEPHRO - Endlessness
Nuovo album della compositrice e arpista belga di origini martinicane Nala Sinephro che arriva 3 anni dopo l’acclamatissimo debutto discografico Space 1.8. Una delicata e ipnotica suite di 45 minuti composta da 10 episodi (continuum) tenuta insieme da fraseggi d’archi e arpeggi sintetici. Un tripudio di jazz cosmico, musica orchestrale ed elettronica per celebrare i cicli dell'esistenza e delle rinascite.